Quanto deve lo stato alle imprese del settore dei servizi? Tra i 60 e i 70 miliardi di euro. Di questi quasi la metà è rappresentata da ritardi di pagamento da parte di enti del Servizio sanitario nazionale. La stima è del Taiss, il tavolo interassociativo delle imprese di servizi che riunisce 13 associazioni che rappresentano complessivamente 18.000 aziende (per un totale di 50 miliardi di valore della produzione e 875.000 lavoratori impiegati). I dati contenuti nel documento recentemente presentato dal Taiis parlano di un ritardo medio nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione di 100 giorni.

La situazione è però molto diversa da zona a zona. Ci sono regioni più virtuose come il Veneto ad esempio, dove i ritardi sono minimi. Ed altre, soprattutto al centro sud, dove i ritardi vanno da 6 a oltre 12 mesi. In Sicilia si arriva addirittura a 2 anni per ottenere il dovuto. E la tendenza è in peggioramento. Soprattutto nella sanità.

L'indebitamento complessivo degli enti del Servizio sanitario nazionale è di 49,2 miliardi di euro (pari al 3,2% del Pil nominale) secondo le stime della Corte dei Conti. Mentre per Confindustria il dato è più alto: 63,3 miliardi.

La situazione è drammatica per molte piccole e medie imprese che si trovano nell'assurda posizione di «fare da banca alla pubblica amministrazione» come sostiene Massimo Stronati, presidente di Federlavoro e Servizi Confcooperative. «Le imprese cooperative che si occupano di servizi per rispondere meglio alle esigenze del mercato, dovrebbero perseguire processi di patrimonializzazione, di investimento, di innovazione e invece sono costrette a garantire i debiti della Pa».

Diverse le proposte messe sul tavolo dal Taiis: dalla compensazione di crediti con versamenti da effettuare per imposte e contributi obbligatori, all' anticipazione dei pagamenti da parte della Cassa Depositi e Prestiti o da parte delle banche. «Qualunque sia la soluzione - precisa Stronati - due devono essere i principi inderogabili: il pagamento per intero del credito vantato dalle aziende e la certezza che a quest'ultime non debba essere imputata alcuna spesa istruttoria né alcun onere per interessi, da attribuire esclusivamente alle Amministrazioni debitrici. Il destino di 20mila imprese e oltre 900mila occupati dipende dalla regolarità dei pagamenti». (An Fr.)